Il termine “PRANOTERAPIA” deriva dalla parola sanscrita (l’antico idioma indiano classico) “prana” che designa il “soffio vitale”, il “respiro cosmico”, una sorta di energia primordiale che pervade tutto l’universo e che lo condiziona in ogni suo aspetto.
Nella tradizione indiana PRANA è ciò che è in noi e fuori di noi, ciò che pervade ciascuno di noi e l’intero universo; è insieme respiro, principio della vita, energia che dà e fa la vita.
In occidente viene anche chiamata “bioenergia”, intesa come energia biologica emessa da sistema vivente. Tutto ciò che vive, animale o vegetale, cambia, ed il cambiamento comporta l’emissione di un campo elettromagnetico; anche l’uomo quindi emette un campo elettromagnetico, che possiamo definire “campo bioenergetico personale”.
Quando due persone si trovano vicine i loro campi bioenergetici interagiscono: questo concetto è il fondamento della pranoterapia, la cui pratica è attuata mediante scambio di bioenergia tra operatore e soggetto da trattare. Lo scambio di energia (o prana) avviene attraverso i campi bioenergetici personali, che si proiettano oltre il corpo materiale.
Questo è anche il motivo per cui non è strettamente necessario il contatto fisico durante un trattamento.
Possiamo definire il “PRANOTERAPEUTA” come “colui che influisce sullo stato di benessere di un altro essere vivente con la semplice imposizione delle mani, utilizzando l’energia primordiale”.
